LA STORIA

DELL’OPERA DEI PUPI SICILIANI

Nel 2001 l’Opera dei Pupi è inserita nel programma Unesco istituito nel 1999 “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità” il 17 ottobre 2003, l’Unesco approva a Parigi la “Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale “. La Convenzione è entrata in vigore il 20 Aprile 2006, che ha portato, a partire dal 2008, alla istituzione della “Intangibile Heritage List“; in tale lista sono stati automaticamente incorporati tutti gli elementi precedentemente inclusi nella lista dei Capolavori del patrimonio immateriale dell’umanità istituita nel 1999, tra gli elementi inseriti, due alte espressioni della tradizione culturale popolare italiana, l’Opera dei Pupi Siciliani e il Canto a Tenores dei pastori del centro della Sardegna.

Le radici del teatro dei pupi affondano nella letteratura cavalleresca e nei poemi epici medievali, come la Chanson de Roland e i romanzi del ciclo carolingio e bretone, che narrano le gesta dei cavalieri cristiani contro i Mori, ma anche le avventure legate all’amore, all’onore e alla magia. Questi racconti sono giunti in Sicilia durante il Medioevo, per poi essere trasmessi oralmente, subendo influenze locali e trasformandosi nel tempo in storie popolari amate dal pubblico siciliano.

Il teatro dei pupi nasce e si sviluppa tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, diventando un vero e proprio fenomeno culturale in Sicilia. La sua diffusione è particolarmente forte nelle città di Palermo e Catania, che daranno origine a due tradizioni differenti, con stili e tecniche distintive:

  • La Scuola Palermitana: I pupi sono più snelli, con articolazioni semplici che permettono movimenti lineari. Gli spettacoli sono caratterizzati da un ritmo drammatico e solenne, con attenzione alla gestualità e alla narrazione.
  • La Scuola Catanese: I pupi sono più grandi e pesanti, con armature dettagliate e articolazioni che consentono una gestualità più ampia e complessa. La narrazione è vivace e le scene d’azione più spettacolari.

I personaggi principali del teatro dei pupi sono i paladini di Francia, con Orlando e Rinaldo in testa, i grandi eroi cristiani fedeli all’imperatore Carlo Magno. Le loro avventure ruotano attorno alla guerra contro i Mori, il tradimento di Gano di Maganza, e i conflitti d’onore e d’amore, come l’infatuazione di Orlando per la bellissima Angelica. Ogni personaggio rappresenta virtù e difetti umani, incarnando valori come il coraggio, la fedeltà, l’amore, la lealtà e persino il tradimento. Questi personaggi vengono presentati con una profondità emotiva che li rende iconici e amati dal pubblico.

Il teatro dei pupi non è solo una rappresentazione spettacolare: è un mezzo per raccontare i valori e i conflitti universali che riguardano la condizione umana. I temi di onore, fedeltà, tradimento, e amore eterno vengono trasmessi con passione, diventando anche un insegnamento morale per il pubblico. Ogni rappresentazione offre una lezione di vita, dove l’eroismo e il sacrificio sono valori da ammirare e preservare.

Oggi, il teatro dei pupi non è solo un reperto storico: è una tradizione viva che si rinnova grazie a spettacoli moderni, spesso arricchiti con tecnologie multimediali e tecniche innovative. I pupari di oggi portano avanti un’eredità secolare, cercando di preservare il fascino e l’autenticità dei pupi, ma al contempo adattandoli ai gusti e alle sensibilità del pubblico contemporaneo.
La storia dei pupi siciliani è un simbolo della resilienza culturale della Sicilia. Attraverso i pupi, la Sicilia continua a raccontare la sua storia, mantenendo vivo un patrimonio che unisce passato, presente e futuro.

La creazione dei pupi richiede grande maestria artigianale. Ogni pupo è scolpito e decorato con dettagli minuziosi, dai volti espressivi alle armature in metallo lavorate a mano. L’artigianato dei pupari, cioè i costruttori e manovratori delle marionette, è tramandato di generazione in generazione. Gli spettacoli stessi sono un mix di narrazione orale, accompagnamento musicale, scenografia dipinta e movimenti delle marionette, gestiti con corde e fili che danno vita ai pupi in modo quasi magico.

Carmelo Guarnieri, Maestro Puparo di Agrigento

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